In questo grafico viene espresso il progres- sivo aumento del rapporto tra i Positivi e i Negativo nell'ambito dei Tamponi effettuati quotidianamente. La percentuale è salita dal 6% circa del 15/10 al 14% circa di questi ultimi giorni.
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Oggi 28 ottobre, dopo l'ultimo DPCM con ulteriori restrizioni alla vita sociale delle persone, sentite le notizie mattutine sulla diffusione crescente dei casi positivi in tutta Europa e, soprattutto, appresa la percentuale (> 20%) di occupazione dei posti-letto delle Terapie Intensive disponibili in Italia, non ci rimane che accettare l'idea che siamo entrati in una guerra.
L'attuale situazione sanitaria non è delle migliori ed è evidente agli occhi di tutti. Non colgono la gravità della situazione i "negazionisti" che, negando anche le cose più evidenti, creano e sostengono un fronte di dissidio interno, non meno pericoloso dello stesso virus, in quanto va ad aggravare la gestione, la durata e probabilmente le conseguenze della epidemia stessa, vanificando, del tutto o in parte, l'impegno e la costanza degli Altri.
Siamo ormai in una guerra che si combatte nelle corsie e nei Pr. Socc. , finalmente anche con i D.P.I. , ma in carenza di una vera organiz- zazione pensata e realizzata con il trasferimento delle linee-guida nazionali nel territorio.
Durante tutto il periodo estivo, trascorso all'ombra dei risultati del costosissimo Lockdown primaverile, con il senno del poi si avverte la sensazione che per l'ennesima volta gli Italiani si siano cullati nell'idea che il risultato raggiunto con la segregazione domiciliare di due mesi e mezzo fosse ormai conseguito e irreversibile.
Invece, a posteriori, si constata che appena è stato concesso di muoversi per le ferie, da fine luglio si è registrato un lievissimo incremento dei casi che è diventato un aumento intorno a Ferragosto, fino ad assumere la forza travolgente di questi ultimi giorni di ottobre. Il numero crescente dei decessi attribuiti al Covid-19, i 1536 letti occupati da pazienti Covid nelle Terapie intensive, l'attività convulsa dei Pronto Soccorso, tutti questi fattori sono lì ad attestare una guerra che, se a marzo ed aprile è stata limitata alla Lombardia e provincie limitrofe, ormai, verosimil- mente grazie alle ferie ed ai trasferimenti correlati, è diventata un problema diffuso a tutta Italia, con punte di gravità in alcune zone del Sud meno preparate a questo tipo di evoluzione.
Ed i Medici Ospedalieri che sono stati coinvolti, ma mai travolti, da questa grande quantità di pazienti che presentano "fame d'aria" e febbre, si sono sentiti in guerra, e hanno reagito e hanno la forza di reagire ancora; hanno affrontato situazioni in cui si è dovuto decidere a chi dare la chance di un posto-letto di Rianimazione con la speranza che tali interrogativi non dovessero più porsi.
Ci siamo quindi chiesti se l'essere coinvolti in questa situazione di grande stress emotivo sul lavoro, nella situazione di non poter tornare la sera a casa per evitare di contagiare genitori e figli, nella situazione di paura per sé stessi e di dover apparire come una roccia davanti agli Utenti, di dover incoraggiare un malato sapendo che il giorno dopo in quel letto ci sarebbe stato un altro paziente, ebbene ci siamo chiesti che cosa ci fosse di diverso da una guerra. Dobbiamo inoltre aggiungere che proprio in questi ultimi giorni , numerosi Colleghi hanno segnalato trasferimenti d'urgenza verso UU.OO. di Nosocomi diversi dalla loro sede abituale e spesso di Area funzionale diversa dalla loro; cioè Dirigenti Medici di Area Funzionale Chirurgica trasferiti in Unità Operative Mediche per riempire vuoti d'organico.
Ovviamente, i Colleghi non si sono sottratti alla disposizione, ma anche questi fatti, necessari e incontestabili per lo stato d'emergenza, colorano ancor più il quadro di tinte fosche, proprio come fossimo in una guerra batteriologica, da combattere più con i Presidi sanitari e tutti gli Operatori Sanitari disponibili, oltre che ovviamente una corretta organizzazione. Servono Medici e non si capisce come non sia stata aperta una corsia preferenziale per i laureati che non hanno trovato un accesso ad alcuna specializzazione: i cosiddetti "Camici Grigi" ; riteniamo che in molti avrebbero accettato. Si è scelto invece di richiamare in servizio i Medici pensionati, ormai sicuramente non più giovani e quindi esposti ad un maggior rischio da malattia virale.
In qualsiasi conflitto, inoltre, le truppe inviate in zona di guerra, quella con il maggior rischio (ricordo i 183 Medici già deceduti sotto i colpi del virus Sars-Cov-2), hanno sempre ricevuto un soldo aggiuntivo (da cui la parola "soldato"). Riteniamo a dir poco offensivo l'obolo regionale di circa 1000 € lordi per i Soprav- vissuti, concesso ai Medici e a tutti gli Operatori Sanitari che hanno combattuto in prima linea da febbraio a luglio, senza poter riposare per ferie o altro. Quelli di loro che si sono anche ammalati ci hanno riferito di un periodo veramente difficile e per certi versi allucinante. Ecco, per tutti i Medici che hanno dovuto affrontare questa esperienza di prima linea, proprio ora che si prospetta una seconda battaglia più dura della prima,
perché il Governo non mette mano al portafoglio a favore di tutti gli Operatori Sanitari, istituendo una diaria giornaliera sostanziosa commisurata alle ore passate in prima linea, come avviene ed è sempre avvenuto per i Nostri Militari
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