Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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Interpretazione delle norme europee

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L'interpretazione delle norme europee

La applicazione delle norme europee sull'orario di lavoro massimo nell'arco della settimana e della giornata, e soprattutto l'obbligo ad adeguati periodi di riposo, ha dato origine in Sanità ad applicazioni arroganti da parte delle Regioni e delle "Aziende" e ad immancabili applicazioni all'italiana, cioè con una sorta di aggravamento di quei turni massacranti a cui si chiedeva un limite.

Per tutte segnaliamo sia lo scomputo automatico di 1/2 ora tramite computer dall'orario giornaliero senza alcun accertamento che il dipendente . . . . . . (continua)

 

ne abbia potuto davvero usufruire e ne abbia davvero usufruito (questo è illegittimo), sia l'obbligo - di conseguenza - a prestare 1/2 ora di lavoro in più quando le norme europee recitano che "il dipendente beneficia di 10 minuti di pausa, dopo sei ore continuative di lavoro". Non riesco a capire come i 10 minuti minimi di pausa di cui il dipendente beneficia (cioè 10 minuti di sospensione del lavoro a carico dell'Azienda), siano diventati nella interpretazione italiana 1/2 ora di pausa che il dipendente deve recuperare al termine della giornata.

Inoltre è diventata, e rimane "drammatica", la interpretazione sull'orario prestato in reperibilità: l'orario (talvolta di ore) svolto in regime di reperibilità, quindi con carattere d'urgenza e "notturno" (in quanto la reperibilità è per contratto attivabile solo nelle ore notturne), secondo le circolari regionali (badate bene "regionali", non "ministeriali" e/o "nazionali") recitano tutte il postulato che "l'orario svolto in reperibilità sospende il riposo ma non lo interrompe".

Fortunatamente la intelligenza dei Colleghi ha permesso di tirare avanti e trovare convinti e partecipati arrangiamenti ed accomodamenti in aperto contrasto con tali norme pretese dalle Direzioni Aziendali, ovviando al fatto che chi è stato chiamato d'urgenza ad operare - in quanto reperibile - a mezzanotte e mezza ed è stato in piedi in sala operatoria fino alle cinque del mattino non sarà obbligato a essere presente alle otto del mattino in servizio, ma si chiuderà un occhio se non riuscirà a farlo. Questo fatto è in totale antitesi e aperta contraddizione con la volontà della Norma Europea che pone come fine ultimo quello di garantire un "adeguato riposo" al dipendente.

Triste davvero che tutti i Sindacati medici abbiano chinato la testa di fronte a questo coro di interpretazioni regionali (riportanti peraltro la stessa identica formula, verosimilmente suggerita da alto loco ai fini del più bieco risparmio), che sono andate a sostituire una interpretazione ministeriale e nazionale. Probabilmente una norma ministeriale sarebbe stata immediatamente sanzionata dall'Europa.
Solo il
CoAS Medici ha presentato una doppia segnalazione alla Commissione Europea sulle due interpretazioni applicative che riteniamo maggiormente distorte; le segnalazioni sono state accettate e verranno discusse prossimamente; intanto sono passati già tre anni per i Medici della dipendenza e gli "orari non riconosciuti", le ore "cancellate", i "recuperi" impediti, gli straordinari in reperibilità "non pagati", sembrano diventati armamentario abituale con cui queste Aziende Sanitarie cercano di far quadrare conti in passivo, senza riuscirci.

Ma molti Colleghi si accorgono sempre più della necessità di opporsi a questa applicazione distorta ed arrogante delle norme sugli orari di servizio e si avvicinano al CoAS Medici per ottenere Assistenza Legale gratuita, derivante da una gestione trasparente e corretta delle trattenute mensili.