Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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Sciopero Medici Ospedalieri

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Lo Stadio "Terminale" del Sistema Sanitario Nazionale. 

12/12/2017 : I  MEDICI  della DIPENDENZA  HANNO  SCIOPERATO

Dopo ogni sciopero, si è usi valutarne la "riuscita" o meglio
l'adesione alla manifestazione del disagio professionale
della categoria chiamata dalle Organizzazioni Sindacali a
manifestare. 
Ancora più difficile valutarne l'efficacia, o i risultati a
distanza, in termini di
obiettivi proposti e di risultati
raggiunti. 
Nel caso dell'ultimo "sciopero" dei medici (12 dicembre),
abbiamo . . . . . . (continua) . . . . 

 

osservato una maggior attenzione da parte dei "media", con numerosi servizi dedicati all'argomento e a significative interviste con gli esponenti 
sindacali più rappresentativi.
Peraltro il clamore dell'iniziativa si è risolto nell'arco di 24 ore circa, e non poteva essere altrimenti.
E questo magro "risultato" si può spiegare agevolmente.
E' infatti nostra opinione che al giorno d'oggi la tipologia di sciopero che creasse effettivi disagi all'utenza non può essere più neppure proposta in quanto esclusa dalla normativa.
Lo sciopero dei medici non può essere proposto per più di 48 ore consecutive e per più di 72 ore sullo stesso "argomento". Le giornate di sciopero, quindi, devono necessariamente non essere contigue al fine-settimana (che viene già considerato come un periodo di riduzione al minimo dei servizi sanitari) e devono essere contenute entro le 48 ore consecutive. 
Altro inevitabile effetto limitante sugli scioperi è costituito dalla necessità di garantire i servizi cosiddetti essenziali, riferibili al regolare espletamento delle situazioni di urgenza-emergenza. A causa del blocco del turn-over, in numerosi reparti, se non addirittura in interi ospedali, i turni per garantire l'urgenza-emergenza corrispondono ai turni abituali di lavoro, mancando le "risorse umane" per una diversa organizzazione. In queste situazioni, di fatto, nessuno dei medici può scioperare.

La conseguente riduzione retributiva per ogni giornata di sciopero, costringe quindi il singolo medico aderente allo sciopero, a valutare e soppesare la certezza della sottrazione con gli improbabili benefici, perdurando la chiara volontà governativa ad utilizzare gli stipendi dei medici come un bancomat, confermando l'idea che i "Medici" siano una categoria privilegiata.
Sicuramente disunita, ma non certo privilegiata.
Anche sulla ridotta compatezza della categoria si possono e devono fare alcune considerazioni importanti: quella fondamentale è che la estrema specializzazione, la notevole differenza tra i contratti di lavoro e le diverse tipologie di lavoro, portano più facilmente alla contrapposizione di interessi, carichi di lavoro, rischi professionali e visioni ideologiche del lavoro che non possono non avere riflessi importanti sulle diverse manifestazioni del disagio professionale.
In definitiva la situazione organizzativa dei Servizi Sanitari Pubblici è talmente frammentata e al limite della funzionalità che lo sciopero che limitasse in modo sensibile l'accesso dell'utente ai servizi non è quasi più ipotizzabile.
Per spiegare il balletto delle cifre : 15% di adesione allo sciopero secondo le prefetture, 80% secondo le organizzazioni sindacali, è assolutamente necessario premettere le considerazioni precedenti. Si giunge all'80% di adesioni se andiamo a sommare al 15 % effettivo di scioperanti quel 65% di Medici ospedalieri che anche il 12 dicembre scorso, come ogni giorno, hanno fornito l'adeguata risposta alle urgenze che si presentano nei diversi Pronto Soccorso italiani, mantenendo attivi anche tutti i Servizi connessi, comprese le sale operatorie per l'urgenza.

Ben diversi gli scioperi effettuati negli anni ' '80, quando si poteva scioperare compatti per settimane e si veniva effettivamente precettati dai telegrammi della Prefettura. E ben diversi anche i risultati.
Pur avendoci portato ad essere una delle migliori sanità al mondo, anche quel Sistema non era certo né perfetto né etico; è quindi intervenuto più e più volte il legislatore in questi ultimi 15 anni con cure talmente efficaci che il "paziente" sembra ormai essere entrato in uno stato terminale.