Corsi di Formazione Regionali

Venerdì 13 Settembre 2019 15:20
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CORSI DI FORMAZIONE REGIONALI

 

https://livesicilia.it/2019/09/11/corsi-a-pagamento-poi-l
assunzione-medici-dal-cefpas-ai-pronto-soccorso_1084555/

CORSI DI FORMAZIONE PER I MEDICI
ABILITATI,
UN’IDEA VALIDA, MA IL ‘FAI DA TE’
REGIONALE  È  PERICOLOSO


Un'ottima soluzione, molto vicina alla visione del
CoAS, ma che lascia margine a numerosi dubbi per
la sua natura regionale
”.
È questa l'opinione del CoAS  commentando la
proposta dell’assessore alla salute della Regione
Sicilia, Ruggero Razza, di aprire dei corsi di
formazione per introdurre al lavoro in medicina
d’urgenza i giovani medici abilitati ma non in
possesso della specifica specializzazione.
“L'idea di formare questi giovani con un corso
seguito da due anni di tirocinio addestrativo in reparti
ospedalieri è valida e condivisibile,  perché evita di
inserire questi medici nei Pronto Soccorso senza
l'adeguata esperienza.
Ma è pericoloso il ‘fai da tè’  regionale, avulso dalle
normative nazionali, anche sul versante della tutela
assicurativa. Ancora una volta, l’autonomia regionale
in campo sanitario determina normative diverse e
diverse velocità”.

Altro aspetto fortemente negativo è che questi corsi formativi siano a pagamento.  Sembra di effettuare una selezione per censo che sembrava ormai solo un ricordo del passato.  Non vediamo inoltre come un Corso di tre mesi e un'esperienza di soli due anni possa sostituire un corso di Specializzazione strutturato in cinque anni.

Analoghi corsi sarebbe stato meglio normarli ed attivarli in campo nazionale e sotto l'ombrello ministeriale. Le diverse iniziative regionali cui stiamo assistendo in Veneto e Sicilia, finiranno per creare gruppi diversi di medici, con titoli diversi, probabilmente non accettati su tutto il territorio nazionale e su cui, in futuro, potrebbe non essere applicato il CCNL nazionale o  rifiutati i trasferimenti interregionali.”.

La speranza è che il nuovo esecutivo prenda a cuore questa situazione, per assicurare un futuro ai 15.000 ‘camici grigi’ disoccupati o sottoccupati, una risorsa di cui il SSN ha disperato bisogno, considerando i pensionamenti  di medici in corsa per "quota 100" e le numerose dimissioni verso il settore privato, visto più attraente per una miglior gestione dei tempi di lavoro”.