Ripensare il Sindacalismo Medico

Domenica 12 Marzo 2017 19:17
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Ripensare il Sindacalismo Medico

Da ormai 17 anni circa la categoria dei Medici Ospedalieri viene bistrattata, strattonata, umiliata, disattesa, impoverita e – soprattutto – imbrogliata in vari modi ed a diversi livelli.

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L'ultimo CCNL (contratto nazionale di lavoro) in cui abbiamo avuto un sostanziale beneficio economico e normativo è stato quello del 1998/2001. Le risorse economiche destinate al rinnovo contrattuale erano rilevanti e la categoria tutta ne ha avuto sicuro beneficio; negli articoli destinati alla ridefinizione e precisazione sulla colpa medica (artt.: 24 e 25) si definiva la responsabilità piena civilistica dell'Azienda, che avrebbe avuto il “diritto di rivalsa” sul dipendente solo in caso di riconoscimento di una “colpa grave”.

Inoltre sembrava superarsi definitivamente il problema degli Ex-Assistenti (Legge 502-1992) mediante la ridefinizione della carriera, sia sotto l'aspetto professionale che sotto l'aspetto economico; tutto ciò sarebbe dovuto avvenire attraverso l'attribuzione degli “incarichi di vario livello”.

Purtroppo dietro la facciata di un immediato beneficio economico, l'ARAN ci faceva accettare anche tutti i presupposti dell'attuale situazione dei medici ospedalieri :

Eppure i Medici Dirigenti sembrano ormai spenti, sembrano tutti solo in attesa della pensione. Dopo questi ultimi 17 anni di delusioni ricorrenti, constatazioni di avanzamenti fulminei e di soste al palo inspiegabili, umiliati dall'aggressività e pretese di una Utenza ormai scatenata, storditi dalle Amministrazioni Aziendali assenti, silenti, pletoriche, incapaci di affrontare e risolvere i problemi cui dovrebbero essere deputate, aggressive con il singolo, capaci solo di scaricare ogni responsabilità sui Direttori di UOC, ebbene, questi Dirigenti Medici sembrano aver perso fiducia prima di tutto in se stessi ed, ovviamente, anche nei Sindacati cui avevano affidato la difesa dei loro diritti. Non hanno più alcuna voglia di reagire e vivono alla giornata sperando che non gli capiti il caso che poi li potrà denunciare.
Eppure non credo che ci si debba arrendere.

Invito i Colleghi a guardarsi intorno e scegliere tra i Sindacati quelli che mostrino maggiore attività, incisività e capacità di agire, parlare, scrivere e, soprattutto, ipotizzare la strenua difesa degli interessi della categoria.  Se un Sindacato Vi offre qualche vantaggio lavorativo immediato, ricordatevi che è proprio quello cui non dovresti mai affidare la delega sindacale.
L'obiettivo deve essere quello di opporci all'attuale arroganza del potere.  
Essere costretti ad accontentarci di uno stipendio ormai misero perché vogliamo lavorare sapendo che lo Stato non può retribuirci adeguatamente, non significa aver dato il benestare anche per essere umiliati da arroganti interpretazioni di norme consolidate.

E' vero che i tempi sono veramente brutti, ma alla fine la notte finirà, deve finire !

 

 

    Ricordiamo le proposte FIASO

    1. Escludere dall’applicazione del nuovo orario almeno i responsabili di struttura e gli incarichi dirigenziali di elevata professionalità e, riguardo tecnici e infermieri, i professionisti che svolgono la propria attività al di fuori di orari e luoghi definiti;

    2. Esentare le tipologie di servizi ad alta specializzazione che non possono essere delegate ad altre figure professionali, come ad esempio la trapiantologia, con possibilità di recupero del riposo non fruito;

    3. Ridurre a 8 ore il riposo giornaliero per alcuni servizi di specifico interesse pubblico, come gli ospedali di prossimità a organici ridotti;

    4. Escludere delle attività non assistenziali, come formazione obbligatoria e riunioni di reparto, dal computo delle 11 ore di riposo giornaliero;

    5. Escludere le attività volontaristiche, come la formazione individuale e l’approfondimento di casi clinici;

    6. Prevedere una franchigia annuale di 80 ore pro-capite per attività lavorative dovute a esigenze assistenziali o organizzative a causa delle quali non è stato possibile rispettare le disposizioni normative.

    7. Esclusione delle disposizioni sull’orario di lavoro delle attività didattiche e di ricerca del personale universitario e dei policlinici.