Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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COVID-19 : dal 29-10 al 04-11

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COVID - 19

Evoluzione   dal  29  ottobre  all'11  novembre  2020

La  Guerra  continua . . . . (2)

In questo primo grafico troviamo visualizzata la percentuale di letalità
(
percentuale di deceduti tra gli affetti di una certa malattia).
Come si può osservare sembra essere una percentuale irrisoria 
confrontata a tutti i contagi "accertati" mediante tampone.  Se la
percentuale fosse calcolata nei confronti dei soli ospedalizzati, 
sarebbe nettamente più alta e raggiungerebbe anche il 18% come
è successo ad aprile/maggio, quando i tamponi venivano eseguiti 
solo alle persone sintomatiche

Però oggi 06/ novembre, il numero dei deceduti è salito a 446, in 
netto rialzo continuo dall'inizio di questa seconda ondata.  L'aumento 
dei deceduti viene osservato circa 10-15 giorni dopo l'aumento dei
contagi, cioè in relazione al tempo medio di durata della malattia.

Nel secondo grafico viene evidenziata come nell'arco di queste ultime
tre settimane sia andata ad aumentare la percentuale di persone infette
rispetto alle persone con tampone Negativo.

La percentuale dei Positivi rispetto al numero dei tamponi è stata di
7, 34%  nella settimana dal 15 al 22 ottobre;  è aumentato fino
all'11,82% nella settimana dal 22 al 28 ottobre; è aumentato nella
settimana dal 29 ottobre al 4 novembre fino al 15,01% ;  oggi 6
novembre è (sul giorno secco) 16,14%.

L'aumento sembra quindi proseguire costante.

Sicuramente più costante sembra essere l'evoluzione del contagio e
la sua manifestazione clinica. 
Rimane infatti costante in queste ultime settimane a partire dal 15
ottobre, il rapporto tra sintomatici ed asintomatici nell'ambito della
positività al tampone riscontrata su un grande numero di tamponi.

E' però doveroso sottolineare che una persona asintomatica nel
momento dell'effettuazione del tampone, si  positivizzato dopo
pochi giorni e ha dovuto chiedere il ricovero d'urgenza per
insufficienza respiratoria. 

L'assenza di sintomi nel giorno di effettuazione del tampone può
evolvere verso la guarigione o verso una comparsa dei sintomi e
anche un aggravamento dell'evoluzione.

Nel quarto grafico si evidenzia il rapporto tra i positivi sintomatici
che possono essere curati a domicilio e i positivi sintomatici per i
quali si preferisce ricorrere alla ospedalizzazione.  
I positivi sintomatici sono curati a domicilio in numero maggiore
rispetto agli ospedalizzati.  E' però da segnalare che questo rapporto
va incontro ad una ondulazione ulteriore interna alla popolazione dei
sintomatici in isolamento domiciliare, in quanto questo gruppo si
riduce con regolarità e cadenza settimanale.

E' peraltro abbastanza evidente che il numero dei ricoverati è in
costante aumento da circa tre settimane e che la curva descritta della
sommità delle colonnine blu va aumentando costantemente il trend
rialzista.

 

Come reazione del "pubblico indistinto" che si distrae su internet, alla pubblicazione della pagina precedente dedicata a questo 
clima di Medicina di guerra che i Medici stanno vivendo negli ospedali, gravati dalla preoccupazione per i loro familiari prima che
per sé stessi, abbiamo raccolto numerosissimi sbeffeggiamenti, insulti e accuse di aver creato questa pandemia per essere 
remunerati di più.   È infatti circolata la notizia che ogni paziente ricoverato portasse 2 mila euro al giorno di degenza nelle tasche
dei medici afferenti a quel reparto.

Nulla di più inesatto : quel riferimento riguarda solo i pazienti ricoverati nelle Rianimazioni e sottoposti a ventilazione meccanica.
Inoltre quella è solo una "tariffa" stabilita quale rimborso della Regione alla Azienda Sanitaria che attua quella terapia. 
E' una semplice giustificazione di spesa tra Ente pubblico (Regione) ed Azienda sanitaria che eroga il servizio in questione.
Quelle cifre servono per pagare tutte le spese sostenute dalla Azienda sanitaria, compresi tutti gli stipendi del personale Medico 
e Infermieristico che rischia quotidianamente ad entrare in contatto con questo tipo di pazienti.

Molti altri lettori hanno accusato i Medici Ospedalieri ed i loro sindacati ad essere stati assenti, negli anni compresi tra il 2000 e il 
2020, e di aver assistito inermi alla "distruzione del S.S.N."
Premesso che il S.S.N. non è del tutto distrutto, ma ha subito una forte riduzione di posti letto (190.000 circa) e una importante
riduzione del personale medico e infermieristico a vantaggio di un discreto aumento del personale amministrativo, possiamo
rispondere che basta andare a ritroso nel tempo tra le pagine di questo sito per trovare numerose pagine che segnalavano questo
problema, associato alla carenza di Specialisti per un adeguato turn-over, e l'assurdità di un blocco indiscriminato delle assunzioni 
che è andato ad impedire il naturale e doveroso ricambio generazionale.

Altre voci hanno segnalato il problema delle altre patologie che rimangono senza risposte immediate a causa della occupazione degli
Ospedali con i pazienti COVID.

Molti hanno segnalato che una morte è sempre una morte, sia che arrivi al termine di una malattia neoplastica o degenerativa, sia
dopo una polmonite interstiziale da Covid.
Rispondiamo che è profondamente diversa la percezione del fenomeno morte da tumore e morte per Covid.

Per quanto riguarda la morte per tumore maligno è una disgrazia che capita in una famiglia, che evolve in un tempo talora lunghissimo
(una mia sorella è deceduta dopo 20 anni dalla diagnosi di k. Mammella),  in cui ci si abitua di mese in mese alla ineluttabilità del
decesso, dopo aver provato qualsiasi terapia proposta, a scopo curativo e palliativo.

Per il Covid la percezione è del tutto diversa:  si muore dopo solo pochi giorni dall'esordio e, a chi muore e ai suoi familiari, appare
(o viene interpretata) come una morte stupida, evitabile, banale.  Gli stessi negazionisti o minimalisti accentuano questo  racconto
di "morte evitabile" minimizzando numeri e la stessa causa di morte con l'espressione "poco più di una banale influenza".   
Questa marchiatura minimalista non può essere assolutamente accettata proprio da chi muore, dai suoi parenti e dai Medici. 
Ma come? 
Nel 2020 si muore ancora per una banale influenza?   Inaccettabile !   
Questa inaccettabilità di questi decessi, fa scattare in moltissimi il rifiuto di questo tipo di morte. Il rifiuto si manifesta o con la
negazione o con la minimizzazione, o con la paura e con l'esaltazione del pericolo. 
Sembra assurdo che sia sufficiente una mascherina per evitare il contagio, ma sembra ancor più assurdo che la debbano indossare tutti. 
Il risultato finale è questo fiorire di opinioni diverse e di distinguo che trovano alimento sia nella scarsa conoscenza di questa affezione, 
sia nella specificità del carattere mediterraneo ed individualista degli Italiani.