Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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La fatica dispersa

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LA MACCHINA DEL SSN È FERMA

RISTABILIRE SUBITO I FONDI SALARIALI PER FERMARE L'EMORRAGIA DI MEDICI

 


I dannati spostano inutilmente i massi

La macchina della Sanità è ferma, e se non
si interviene al più presto non sarà possibile
riavviarla, stante l’emorragia di medici.
Prima che il suo funzionamento sia del tutto
compromesso è necessario recuperare i fondi
persi in questi anni e riprendere un reale
dialogo per il rinnovo del Contratto Nazionale,
fermo ormai al 2010
.
Come stabilisce il D.Lgs. n.29 del 1993, spetta
ai
Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro
(CCNL) definire la retribuzione economica dei
medici e non alle Regioni, come è . . (continua)

 

accaduto negli ultimi 10 anni, sia a discapito dell'entità delle retribuzioni che dell’equa distribuzione territoriale.

Il CCNL del 1996 ha istituito la RIA, o meglio: Retribuzione Individuale di Anzianità: questa parte del reddito individuale doveva ritornare nel budget stipendiale una volta che il medico fosse andato in pensione; le cifre in questo modo recuperate era stato stabilito dovessero essere riversate nel Fondo di Posizione a beneficio dei medici che rimanevano in servizio. Una risorsa economica che, con la crisi del 2010, è stata sottratta alla Sanità per essere destinata al sostegno dei conti dello Stato, congelando inoltre la dinamica salariale al budget di quell’anno.
Nel corso dell’ultimo decennio – sostiene il CoAS Medici Dirigenti – la situazione è andata in progressivo peggioramento a causa della costante riduzione dei Fondi Aziendali.
Ma i Medici non ci stanno e possono inviare personalmente alle loro Aziende la richiesta di ripristino e ricalcolo dei Fondi Aziendali scippati da norme non sottoposte alla legittima contrattazione per la retribuzione fondamentale - come previsto dalle Leggi di uno Stato amnesico -.
Questo è solo uno dei numerosi motivi che spinge i medici dipendenti a fuggire dal "posto fisso" offerto dalla "dipendenza", creando una vera e propria emorragia di forza lavoro, già impoverita dal numero chiuso delle Facoltà di Medicina e dal blocco delle assunzioni che ha determinato il mancato turn-over. 
La lista dei motivi di fuga è lunga.

Ci riferiamo :
alla pressione psicologica dei turni di lavoro al di là della normativa europea,
al
l’attribuzione di funzioni giornaliere invece che orari precisi e documentati, 
all’impossibilità del recupero delle ore di straordinario per carenza degli organici,
alla distanza esistente tra chi controlla da una scrivania e chi tratta con i pazienti,
alle innumerevoli ore di straordinario ben oltre il limite delle 48 per settimana,
al troppo frequente ricorso alla motivazione "per esigenze di servizio" per coprire carenze croniche,
al
le ore notturne passate al lavoro su chiamata in reperibilità…
Tutte queste situazioni difficili di lavoro stanno stremando i medici ospedalieri ancora in servizio e stanno sconsigliando i neo-laureati in medicina ad intraprendere quelle specializzazioni con il maggior indice di rischio”.

“La carenza di risorse economiche – concludono al CoAS – sta rallentando sempre più la macchina della Sanità fino a dare la sensazione di impotenza degli organi istituzionali davanti alle criticità createsi nel ventennio precedente. I medici, oltre a fuggire dal lavoro che hanno desiderato e per il quale hanno studiato e lottato, sconsigliano con i fatti chiunque di intraprenderlo”.