Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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La fuga di Medici e Malati

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ULTIM'ORA : Nuova aggressione all'Ospedale Sant'Andrea di Roma. Fermato un 72enne.

Fuga di Pazienti e di Medici dal S.S.N.


Sole 24 Ore Sanità - Il nostro articolo.

La "Mala Gestio" del S.S.N. sta sovvertendo tutti gli
equilibri su cui si è retto finora il Sistema Sanitario.
Aziende contro i propri Medici Dirigenti,
Pazienti contro i Medici di Base e Ospedalieri fino
all'aggressione,
Pazienti che preferiscono emigrare lontano da casa per
inseguire forme di cura ritenute preferibili,
Richieste di risarcimento senza limiti, 
Tutti questi motivi fanno scappare i Medici dal Sistema
fino alle dimissioni volontarie . . . . . .   (continua)

Perché i Medici si allontanano dal S.S.N. ?

Un esempio in Sardegna :
"Perdita di parti della retribuzione".

Alla ribalta delle cronache locali il caso "fondi della
dirigenza medica della AOU di Sassari" da dieci anni in
attesa di definizione e soggetti ad una gravissima
decurtazione ad opera di artifici ostativi partiti dalla
Regione Sardegna ed accolti dalla Direzione Aziendale.
La denuncia, partita dal gruppo congiunto delle OO.SS.
della dirigenza medica, vede protagonista la
segreteria aziendale CoAS-FASSID
ed il suo Segretario, Davide Piredda.

Scarica il documento 
dell'intersindacale A.O.U. SS.

 

Condanna per due ginecologhe (Leggi)

Fuga dal posto pubblico in Sanità !

Quali retroscena?

Il nostro link verso l'articolo pubblicato sul Sole 24 Ore Sanità

E' balzata recentemente alle cronache degli organi di stampa, la notizia della diaspora nel privato di numerosi dirigenti medici dalle aziende pubbliche del Nord Italia, specialmente in Veneto. Colta con relativo stupore generale, soprattutto per la comune accezione del "posto fisso statale" e della sicurezza che questo garantisce, ne è derivata una corsa all'interpretazione del fenomeno, come se ci si trovasse di fronte ad un'improvvisa calamità naturale imprevista ed imprevedibile con sfumature di inquietante incomprensibilità.
E se il fenomeno si estendesse per numero e per geografia, coinvolgendo altre realtà, magari dove ancora il settore delle sanità privata non è rappresentato come in Veneto, ma dove è però in forte crescita,  che sarebbe allora del nostro Sistema Sanitario Nazionale come garantito dalla Carta Costituzionale all'articolo 32 ?

Fiumi di inchiostro di colleghi managerialisti sanitari e sindacalisti a cercare di inquadrare l'accaduto con occhio scientifico, condendo le argomentazioni con numeri su numeri, percentuali, buone per tavoli e delegazioni tecniche ma, al solito, inadeguati a fare vera informazione e portare la notizia a casa dell'utente del S.S.N.,  quel cittadino che paga con la fiscalità un servizio dello Stato che vede sempre più ridursi sotto i suoi occhi increduli e rassegnati.

Beh, noi del CoAS Medici Dirigenti le nostre percentuali le abbiamo già date, più e più volte abbiamo avanzato proposte di soluzione - rimaste inascoltate - ai problemi urgenti della sanità pubblica. Non ci piace in questa sede sciorinare fredde statistiche incomprensibili a molti, tese ad enfatizzare le condizioni di lavoro peggiorative e spesso proibitive degli operatori sanitari del settore pubblico per carenza di personale e mezzi. Basti il dato che il Sistema Sanitario Nazionale ha subito dal 2011 al 2015 tagli lineari e una lieve riduzione della spesa, un depauperamento difficilmente riscontrabile in altre aree di pubblica utilità, mentre i costi effettivi degli "interventi" andavano aumentando. Gli stessi medici che fuggono dalle ASL del Nord Italia - per rivolgersi al privato - sono per lo più pediatri, anestesisti, radiologi e chirurghi, merce rara, specialità in via di estinzione, sia per la mancata programmazione delle scuole di formazione, sia per la diffusa avversione nei confronti di queste discipline generata dai grossi rischi di soccombere sotto il peso di denunce legali temerarie, nel contesto di un debole quadro normativo di tutela della categoria dominato dalla Legge Gelli, figlia malriuscita del decreto Balduzzi. Che cosa pretendiamo da professionisti che nel pubblico turnano, nella stragrande maggioranza delle strutture e non per loro volontà, bensì per grave inadempienza organizzativa, ben oltre i limiti previsti dalla normativa europea recepita in Italia dalla Legge 66/2003 ?
Cosa pretendiamo da professionisti seri che turnano giorno e notte, in feriali e di festivo, costretti a deroghe ai propri diritti contrattuali, in alcuni casi privati di parte del compenso previsto dalla corretta definizione dei fondi contrattuali, con pesanti ripercussioni sugli stipendi netti ?
Chi porgerebbe oltremodo il fianco "per la vanagloria del sistema", senza cadere nella concreta tentazione di volgere lo sguardo al privato con ben differenti condizioni e strumenti di lavoro, se possibile ? 
Ma allora qual'è la volontà politica ? 
E' forse quella di recuperare il tempo perduto cercando di incardinare le soluzioni o almeno i tentativi di soluzione ai problemi estremamente complessi che attanagliano il SSN, per cercare di rianimare un malato terminale ed evitargli la morte annunciata ?  
E' nelle corde della politica l'utilizzo di leve virtuose atte a rimettere in moto una macchina oramai insabbiata nei fanghi dell'abbandono?

Se la risposta fosse quella contenuta nell'Atto di Indirizzo al rinnovo contrattuale per la dirigenza medica presentato dal governo Gentiloni all'ARAN, la risposta sarebbe racapricciante: ulteriori deroghe alla normativa europea in termini di orari di lavoro e riposi in barba ai rischi medico-legali ed in barba alle sanzioni per grave inadempienza alla legislazione sovranazionale, un'elemosina concessa dopo anni di blocco contrattuale, mancanza di misure atte alla stabilizzazione del personale storicamente precario, assenza di strumenti contro gli abusi dirigistici aziendali demandati a soluzioni legali che si definiscono con anni di ritardo, aggravio dei costi e danni erariali i cui responsabili restano sovente impuniti.

Se queste sono le premesse, è evidente che i conti non tornano, e non c'è bisogno di numeri e numeri a conferma del ragionamento. Sorge un dubbio, quello si terrificante e disarmante: non sarà forse volontà politica condurre ad un graduale demansionamento ed abbandono della Sanità Pubblica, verso il compimento di una deriva privatistica spietata ed inevitabile?

Se queste sono le premesse, la dispora dei medici veneti è solo l'inizio della prevista exit strategy.