Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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Sciopero Medici Dirigenti della Dipendenza

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ADERIAMO A SCIOPERO DEL 23/2,

SEMPRE MENO MEDICI IN OSPEDALE E COSTRETTI A TURNI INSOSTENIBILI

"Domani, martedì 20 febbraio, dopo ben 8 anni
ci sarà
l'apertura da parte dell'ARAN delle
contrattazioni per il
nuovo CCNL del Servizio
Sanitario Nazionale.

Il CoAS Medici Dirigenti conferma l'adesione
allo sciopero indetto per venerdì 23 febbraio,
nonostante la revoca di alcune sigle sindacali,
perché non riteniamo adeguato l’impegno del
Governo e della Conferenza delle Regioni; in
un arco di tempo più lungo si sarebbe potuta
mettere in cantiere una riforma complessa e
completa di tutto il S.S.N".       (continua)

Hanno scritto di Noi

 

E’ quanto dichiara la segreteria nazionale del CoAS Medici Dirigenti.

“Questo determinato periodo storico, sarebbe stato perfetto per avviare un adeguato turn-over delle migliaia di medici che non potranno più svolgere la professione creando quella "gobba pensionistica" determinata anche dalla Legge Fornero. Però, tra accesso alla facoltà di medicina estremamente contingentato, e Corsi di Specializzazione evitati dagli Studenti in quanto "troppo rischiosi",  è evidente che si sarebbe dovuto iniziare a pianificare tutto ciò almeno 6 anni fa”.

“Oltre a questi problemi, l’Atto di Indirizzo pervenuto all’ARAN è peggiorativo – continua la Segreteria nazionale del CoAS - in quanto affronta il problema della gestione e della carenza del personale negli ospedali scaricando gli effetti della carenza di personale sui presenti;  la necessità di garantire la continuità assistenziale distinguendo servizi con turni h 24 e h 12 e il rispetto del vincolo economico relativo alla spesa del personale, viene risolto chiedendo ai Medici una maggior disponibilità attraverso deroghe alle norme europee sugli orari di servizio.  Sono tutte motivazioni che potranno permettere alle Aziende sanitarie deroghe sui limiti massimi degli orari di servizio ed ai tempi e ritmi di riposo, come previsti nel decreto legislativo n° 66-8 aprile 2003. Tutto questo non può essere fatto sulla pelle dei medici e ci batteremo affinché il principio della tutela della salute del dipendente venga rispettato”.

“Avremmo avuto veramente bisogno di una riforma organica che affronti i molteplici aspetti del mondo Sanità: si sarebbero dovute programmare un’adeguata formazione universitaria e specialistica, garantire la piena efficienza di tutti i Servizi Sanitari ritenuti essenziali, creare un sistema credibile per premiare i migliori lavoratori, normalizzare il precariato e ridurre la spesa personale che ogni cittadino deve affrontare per curarsi. Tutti questi impegni non si possono più risolvere con i soliti 80 euro al mese!”.