Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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Sostenibilità SSN - 1

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RINGRAZIAMO  I  LETTORI  PER  L'ELEVATO  NUMERO  DI  ACCESSI  A  QUESTA  PAGINA.
CIO' CI  SPINGE  A  FARE  SEMPRE DI  PIU'  E  MEGLIO

Sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale

ROMA : Istituto Superiore di Sanità

Si rincorrono le voci su una crescente difficoltà della Fiscalità

generale a sostenere il S.S.N. come l'abbiamo conosciuto.

Questo costituisce per i Medici della Dipendenza motivo di

grande preoccupazione, in quanto quei presupposti su cui

hanno costruito la loro vita professionale e sociale,  ed

affrontato sacrifici in ossequio ad un forte spirito di servizio

nei confronti del Sistema Paese, potrebbero estinguersi da

un momento all'altro.

 

Rincara ulteriormente la dose di allarmismo il “2° Rapporto sulla sostenibilità del Sistema Sanitario Italiano”, proposto dalla Fondazione GIMBE (Bologna) il 6 giugno (due giorni fa) e rilanciato dal T.G. Nazionale.
Della sintesi del Rapporto 2017 segnaliamo alcune frasi : “
non esiste alcun disegno occulto di smantellamento e privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, ma continua a mancare un piano preciso di salvataggio, condizionato dalla limitata capacità della politica di guardare a medio-lungo termine.

Ed ancora : “Secondo le stime del Rapporto, che restano estremamente conservative nel 2025 il fabbisogno del SSN sarà di € 210 miliardi, cifra che può essere raggiunta solo con l’apporto costante di tre “cunei di stabilizzazione”: piano nazionale di disinvestimento da sprechi e inefficienze, incremento della quota intermediata della spesa privata e, ovviamente, adeguata ripresa del finanziamento pubblico“.

Ma la frase che deve spaventare di più gli operatori della Sanità (medici ed infermieri della “dipendenza”) è la seguente : “In assenza di un programma di tale portata, la lenta trasformazione verso un sistema sanitario misto sarà inesorabile, consegnando definitivamente alla storia il nostro tanto invidiato sistema di welfare. Ma, se anche questa sarà la strada, la politica non potrà esimersi dal giocare un ruolo attivo, avviando una rigorosa governance della delicata fase di transizione con il fine di proteggere le fasce più deboli e di ridurre al minimo le diseguaglianze“.


Tralasciando qualsiasi considerazione sulla Fondazione GIMBE (“Attendibilità”, “su quali dati si basino i suoi studi”, “frequentazioni” ed altro che potete desumere dalla visita al sito ufficiale), è rilevante analizzare la consequenzialità dei punti sintetizzati nel Rapporto emanato, in relazione al titolo : “Sostenibilità del S.S.N.”.
Se infatti nel 2017, in piena crisi economica ci si inizia a chiedere se il Sistema Sanitario è sostenibile, vuol dire che si nutre qualche dubbio sulla possibilità di sostenerne l'ulteriore vita.
La importanza del “Rapporto GIMBE” è stata sottolineata sia dal rilancio attraverso un servizio televisivo dedicato nei TeleGiornali Nazionali di Stato, sia dalla presenza e dall'intervista del Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità; trattasi quindi di un rapporto che assume la veste di comunicazione istituzionale con annesso crisma dell'ufficialità.
Il problema sta proprio in questo fatto : I principi affermati in Costituzione (Art.32 : La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti) vengono d'improvviso posti in dubbio, in relazione alla situazione economica dello Stato. Il fatto stesso che una comunicazione di carattere istituzionale, subito dopo aver fornito una precisazione non richiesta (non esiste alcun disegno occulto di smantellamento e privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale) venga utilizzata per precisare che “continua a mancare un piano preciso di salvataggio, condizionato dalla limitata capacità della politica di guardare a medio-lungo termine”, deve ovviamente far sospettare che la suddetta comunicazione sia finalizzata a preparare il “terreno” per tempi nettamente peggiori.
E si prosegue sul peggiorativo andante. Senza precisare che la spesa sanitaria del 2017 dovrebbe attestarsi intorno ai 115 Miliardi di Euro, afferma che nel 2025 la spesa complessiva del SSN dovrebbe arrivare ai 210 Miliardi. Non si riesce a capire come mai una spesa sanitaria che negli ultimi quattro anni si è costantemente ridotta in termini percentuali e non è aumentata in termini complessivi, d'improvviso vada del tutto fuori controllo ed in soli otto anni aumenti fino a raddoppiare. Non conoscendo le fonti e sapendo invece quanto è difficile prevedere il futuro, viene assolutamente da pensare che questo tipo di comunicazione abbia altri obiettivi. Uno degli obiettivi potrebbe essere quanto riportato nella terza frase riportata in alto : “
E si prosegue sul peggiorativo andante. Senza precisare che la spesa sanitaria del 2017 dovrebbe attestarsi intorno ai 115 Miliardi di Euro, afferma che nel 2025 la spesa complessiva del SSN dovrebbe arrivare ai 210 Miliardi. Non si riesce a capire come mai una spesa sanitaria che negli ultimi quattro anni si è costantemente ridotta in termini percentuali e non è aumentata in termini complessivi, d'improvviso vada del tutto fuori controllo ed in soli otto anni aumenti fino a raddoppiare. Non conoscendo le fonti e sapendo invece quanto è difficile prevedere il futuro, viene assolutamente da pensare che questo tipo di comunicazione abbia altri obiettivi. Uno degli obiettivi potrebbe essere quanto riportato nella terza frase riportata in alto : “
E si prosegue sul peggiorativo andante. Senza precisare che la spesa sanitaria del 2017 dovrebbe attestarsi intorno ai 115 Miliardi di Euro, afferma che nel 2025 la spesa complessiva del SSN dovrebbe arrivare ai 210 Miliardi. Non si riesce a capire come mai una spesa sanitaria che negli ultimi quattro anni si è costantemente ridotta in termini percentuali e non è aumentata in termini complessivi, d'improvviso vada del tutto fuori controllo ed in soli otto anni aumenti fino a raddoppiare. Non conoscendo le fonti e sapendo invece quanto è difficile prevedere il futuro, viene assolutamente da pensare che questo tipo di comunicazione abbia altri obiettivi. Uno degli obiettivi potrebbe essere quanto riportato nella terza frase riportata in alto : “In assenza di un programma di tale portata, la lenta trasformazione verso un sistema sanitario misto sarà inesorabile” ; viene cioè definita come naturale una evoluzione verso un sistema misto, con una forte componente privatistica, finanziata da un sistema assicurativo a carico dei cittadini, ben diverso dal sistema finanziato dalla fiscalità generale come l'abbiamo conosciuto negli ultimi 50 anni circa.
In questi giorni si è riacceso il dibattito sulla “corruzione in sanità”.

La coincidenza con la imminente riaccensione delle polveri per la contesa elettorale (che poche ore fa sembra invece rinviata a causa del mancato accordo sulla legge elettorale) sembra far propendere che il tema della corruzione in generale, ed in sanità in particolare, sia ripreso e rilanciato con il fine di distogliere l'attenzione da altri argomenti, quale ad esempio la carenza di strutture e servizi in relazione alle crescenti esigenze della popolazione. Sicuramente le scelte in Sanità sono state operate dai politici – o dai loro nominati – per privilegiare il ritorno in termini di voti che in termini di efficienza sanitaria.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti sia in termini di fatiscenza delle strutture che in termini di disagio degli operatori. La spesa farmaceutica fuori controllo (il 30 % circa della spesa globale annuale, 33 miliardi circa) e le spese per una Medicina di Base non più in grado di rispondere alle esigenze della popolazione per obsolescenza della stessa figura del MMG, costituiscono circa il 45 % della spesa del SSN. Assolutamente spropositata rispetto alle strutture ospedaliere e territoriali che sopravvivono con il 55 % della spesa.

Effettivamente sembra che le “rendite di posizione” costituite nell'ambito delle forniture di servizi siano “dure” a cedere il passo a rapporti più trasparenti e corrispondenti a ciò che serve. Da anni si cerca con estrema durezza di tagliare le spese della Ospedalità pubblica attraverso la riduzione dei reparti, degli ospedali, del personale, espansione del numero dei medici a costo inferiore (Precari), si stabiliscono budget annuali per le strutture private, etc., ma non si riesce minimamente a ridurre le spese dovute ai MMG ed alla spesa farmaceutica da loro in gran parte determinata.

I punti su cui concentrare l'attenzione di chi comanda in Sanità sono tanti, e non si capisce perché mai si pensi già a gettare la spugna della corretta gestione invece che iniziare ad agire sulle spese riducibili; soprattutto in quei settori non strettamente essenziali e che ormai non corrispondono alle più frequenti richieste del comune cittadino ad una sanità pubblica.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti sia in termini di fatiscenza delle strutture che in termini di disagio degli operatori. La spesa farmaceutica fuori controllo (il 30 % circa della spesa globale annuale, 33 miliardi circa) e le spese per una Medicina di Base non più in grado di rispondere alle esigenze della popolazione per obsolescenza della stessa figura del MMG, costituiscono circa il 45 % della spesa del SSN. Assolutamente spropositata rispetto alle strutture ospedaliere e territoriali che sopravvivono con il 55 % della spesa.
Effettivamente sembra che le “rendite di posizione” costituite nell'ambito delle forniture di servizi siano “dure” a cedere il passo a rapporti più trasparenti e corrispondenti a ciò che serve. Da anni si cerca con estrema durezza di tagliare le spese della Ospedalità pubblica attraverso la riduzione dei reparti, degli ospedali, del personale, espansione del numero dei medici a costo inferiore (Precari), si stabiliscono budget annuali per le strutture private, etc., ma non si riesce minimamente a ridurre le spese dovute ai MMG ed alla spesa farmaceutica da loro in gran parte determinata.
I punti su cui concentrare l'attenzione di chi comanda in Sanità sono tanti, e non si capisce perché mai si pensi già a gettare la spugna della corretta gestione invece che iniziare ad agire sulle spese riducibili; soprattutto in quei settori non strettamente essenziali e che ormai non corrispondono alle più frequenti richieste del comune cittadino ad una sanità pubblica.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti sia in termini di fatiscenza delle strutture che in termini di disagio degli operatori. La spesa farmaceutica fuori controllo (il 30 % circa della spesa globale annuale, 33 miliardi circa) e le spese per una Medicina di Base non più in grado di rispondere alle esigenze della popolazione per obsolescenza della stessa figura del MMG, costituiscono circa il 45 % della spesa del SSN. Assolutamente spropositata rispetto alle strutture ospedaliere e territoriali che sopravvivono con il 55 % della spesa.
Effettivamente sembra che le “rendite di posizione” costituite nell'ambito delle forniture di servizi siano “dure” a cedere il passo a rapporti più trasparenti e corrispondenti a ciò che serve. Da anni si cerca con estrema durezza di tagliare le spese della Ospedalità pubblica attraverso la riduzione dei reparti, degli ospedali, del personale, espansione del numero dei medici a costo inferiore (Precari), si stabiliscono budget annuali per le strutture private, etc., ma non si riesce minimamente a ridurre le spese dovute ai MMG ed alla spesa farmaceutica da loro in gran parte determinata.
I punti su cui concentrare l'attenzione di chi comanda in Sanità sono tanti, e non si capisce perché mai si pensi già a gettare la spugna della corretta gestione invece che iniziare ad agire sulle spese riducibili; soprattutto in quei settori non strettamente essenziali e che ormai non corrispondono alle più frequenti richieste del comune cittadino ad una sanità pubblica.