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Omeopatia d'oggi e pre-Ippocratici

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Omeopatia  d'oggi  e  pre-Ippocratici.


Tutti i medici coscienziosi hanno imparato dai loro Maestri a seguire l'idea che - in medicina e chirurgia - per ottenere un risultato sia necessario "fare qualcosa", una "cura" che può essere costituita dalla semplice "osservazione", in attesa vigile ed "armata", oppure da un rapido intervento con farmaci o con il bisturi.
Si sa che spesso, la "vis sanatrix naturae" permetterà di ottenere e registrare la risoluzione dello stato di malattia. 
L'effetto placebo si basa invece sull'attesa di risultati, anche se provenienti da pratiche sicuramente inefficaci e prive di giustificazione teorica. Il paziente è indotto ad attribuire quindi i risultati benefici all'assunzione di qualcosa di assolutamente inefficace, ma non è altro che la "registrazione di una guarigione spontanea. La apparente consequenzialità della somministrazione di "acqua fresca" e la guarigione spontanea, determina almeno nel 33 % dei casi la convinzione che il placebo (o l'Acqua Fresca) abbiano favorito la guarigione.

 

 

Ricordo al proposito che i "miglioramenti" con placebo nelle più varie situazioni, sono in genere nell'ordine del 33 % (documentati in doppio-ceco).
Però in tutta la discussione sull'omeopatia, nell'emozione della recente morte del bambino per una otomastoidite complicata da encefalite, non si è sviscerato il fatto che sotto il termine di "prodotti omeopatici", vengano annoverati "prodotti naturali d'origine vegetale", "erboristici" etc.; questi prodotti, che omeopatici non sono, sono sicuramente efficaci, infatti contengono dei principi attivi e, come tali, hanno anche controindicazioni e possono causare effetti collaterali a volte importanti.
Inoltre, mi sembra che nessuno abbia ricordato che il termine deriva dalla medicina ippocratica che identificava due categorie di azioni medico-farmacologiche : "similia similibus" et "contraria contrariis". Cioè che alcune affezioni potevano essere curate opponendosi o favorendo l'espressione della malattia : la febbre, in alcuni casi, poteva essere curata sia con l'applicazione di calore (acqua calda) sia con l'applicazione del freddo (acqua fredda). Il medico era "bravo" quando riusciva a discernere la miglior terapia da utilizzare nel caso specifico.
Farmaco omeopatico dovrebbe essere quindi quella sostanza che cura accentuando il sintomo, o la causa del sintomo (similia similibus), stimolando la guarigione attraverso l'aumento dell'azione della "noxa" causante la malattia: da "omeopatia" = "uguale alla malattia".
Il ricorso all'acqua senza niente dentro, giustificandone l'uso con teorie sulla "memoria dell'acqua", "nanobolle", microdosi, etc., è solo un riemergere di pratiche di tipo esoterico e mistico-religiose che ci riporta a tempi pre-ippocratici.
Che sono già di oltre 2500 anni fa.
Chiedo quindi ai Medici : Ippocrate è vissuto ed ha scritto per niente ?

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