Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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Schermaglie in Sanità (Libera Professione)

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LIBERA PROFESSIONE INTRAMOENIA

Sono passati 20 anni dalla istituzione della Libera Professione IntraMoenia (LPIM) voluta dal Ministro della Sanità di quel tempo (On.R.Bindi – n.d.r.) ed ancora dopo 20 anni la Libera Professione IntraMoenia si trova in fase di gestazione ed in fase di ulteriore definizione e realizzazione.

E' intervenuto pesantemente nel 2012 il Decreto Balduzzi, eppure qualcuno (E.Rossi : Governatore Toscana) parla già di smantellarla e abolirla in quanto "fonte di corruzione e diseguaglianza".

E' solo una proposta provocatoria per attirare su di sé (Enrico Rossi – n.d.r.) l'attenzione in un momento in cui si sta accendendo la lotta all'interno del

P.D. per esautorare il capo del Governo mai eletto in una competizione nazionale o è una proposta per creare ulteriore danno retributivo ai medici ospedalieri con benefici solo per le casse dello Stato ? E' frutto davvero di una idea moralizzatrice o è una procedura contorta per togliere ai Medici quella indennità di esclusività che ha rimpolpato negli anni scorsi gli stipendi ridotti all'osso ? Perché i Medici Dirigenti italiani, massacrati come dirigenti dalle norme dell'orario di servizio, massacrati dalla Stampa e Televisione come causa di morte più che come intermediari di salute, additati da tutti come individui da colpire penalmente alla prima sbavatura,  devono stare inerti davanti a "politici"  che continuano a svolgere i loro intrallazzi nonostante condanne pronunciate e confermate ?

17 marzo : Inizia l'ex-Segret. P.D. Bersani lamentandosi che nel S.S.N. progredisce sempre più la privatizzazione delle cure.

Il 17 marzo il Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi appunto, scrive su Facebook : “ In Sanità basta con la libera professione, fonte di diseguaglianza e di corruzione”. E promette una proposta di legge di iniziativa popolare per abolire la L.P.I.M., in quanto secondo il suo parere : “abolendo la libera professione intramoenia, spariranno immediatamente le liste d'attesa”.

A queste affermazioni così categoriche qualche Collega ha risposto che il problema non è così semplice; questo ha permesso al Presidente Rossi di replicare che le persone sarebbero disgustate da soprusi, ingiustizie ed ipocrisie imposte dai Medici per convogliare le persone verso il proprio ambulatorio a pagamento, seppur interno alla A.S.L.  Peraltro non vediamo - né il Dr. Rossi ce lo spiega - alcuna stretta relazione tra allungamento delle liste d'attesa e la L.P.I.M. Anzi, bene o male, le visite in LPIM sono sempre visite che vengono effettuate al di fuori degli ambulatori istituzionali, non tolgono tempo alle altre visite ambulatoriali, sono svolte da medici "scelti dall'Utente" e in strutture o diverse o almeno temporalmente separate. Anche il Medico che accetta di svolgere LPIM svolge questa attività oltre l'orario di servizio, senza nulla togliere al proprio impegno istituzionale.

Il 18 marzo il ministro della salute Beatrice Lorenzin rispondeva che la L.P.I.M. non andrebbe assolutamente abolita, ma, anzi, andrebbe migliorata rapidamente fino a diventare un sistema che funziona perfettamente.

Sempre il 18 marzo, qualche ora dopo, il Dott. Troise (Segr. Naz. ANAAO) interveniva in difesa della L.P.I.M. definendo semplicistica e sbagliata la soluzione di abolire la L.P.I.M. Peraltro l'esponente dell'ANAAO finisce per miscelare cose diverse in un unico calderone : blocco del turn-over, chiusura di ospedali, riduzione dell'aggiornamento di mezz'ora alla settimana, specialità diverse più portate per la L.P.I.M. ed altre meno adatte, scelta del medico, etc. Finisce per parlare di riforma ma riformare tutto e bene non è facile, anzi è tanto difficile che tutto rimane nel più completo "status quo".

Sicuramente hanno ragione tutti; ognuno nell'enfatizzare quell'aspetto particolare in cui ha individuato una falla più o meno grande.

L'On. Bersani ha parzialmente ragione : la Sanità italiana ha assunto una deriva privatistica: Su questo non si può dissentire. E' sotto gli occhi di tutti; si chiudono ospedali pubblici o si riduce notevolmente il loro potenziale di ricovero (posti letto) per poter immediatamente dopo dare la concessione per posti letto ai privati. Quei posti letto privati genereranno una serie di D.R.G. gonfiati, inutili, talvolta dannosi che ricadono sulle spese pubbliche senza che si possa tornare indietro nella determinazione della spesa. I pazienti che nel privato vanno incontro a complicanze, finiscono per pesare ancor più sul Sistema Pubblico in quanto vengono trasferiti nelle Rianimazioni italiane in gravi condizioni, finiscono per costare moltissimo. Ma lo Stato italiano che gestisce questo Sistema dal 1968 non può affermare che è troppo privatizzato quando è esso stesso - attraverso i suoi amministratori - ad aver determinato questa situazione.

Il Governatore della Toscana E. Rossi mette il dito sulla L.P.I.M., ma mentre lo dice sa perfettamente che è solo un aspetto marginale nella vita e funzionalità degli ospedali italiani. Vi sono molti limiti da rispettare nell'organizzare una valida L.P.I.M. nelle A.S.L. e vi sono limiti precisi anche per i professionisti che la svolgono. Se le Aziende non sono in grado di organizzarsi e di far rispettare ai professionisti i limiti imposti da una legge precisa ed a tratti asfissiante, modifichino le norme e si adoperino per gestirla al meglio. Una Azienda privata riuscirebbe perfino a guadagnare dalle prestazioni di un medico super-richiesto.

Il ministro B. Lorenzin non si è sbilanciata più di tanto; ha definito le norme della L.P.I.M. perfettibili e migliorabili; soprattutto le risorse messe in campo dalle A.S.L. nel pensiero del Ministro potrebbero migliorare notevolmente per permettere ai medici di svolgere facilmente la loro L.P.I.M. Finisce naturalmente che sbaglia meno chi lancia affermazioni più nette e categoriche in un campo così complesso come la Sanità, ed in cui le situazioni logistiche ed economiche regionali sono notevolmente diverse, fino a produrre risultati diversi a costanza di normativa.

Del Dott. Costantino Troise abbiamo già detto. Nominare cinque o sei motivi completamente diversi come influenti su un unico aspetto abbastanza marginale nella vita del medico dipendente, finisce per generare solo confusione e indurre nel lettore l'idea che, chi scrive, sia un po' a disagio riguardo ai complessi problemi del SSN.

Certo sembra che la proposta lanciata dal Dott. E. Rossi sia più che altro una provocazione.

Più che ai Medici sembra rivolta ai compagni di Partito (P.D.) nell'ambito delle manovre per tornare a controllare il Partito e a disarcionare l'attuale Segretario Renzi.  Il Dott. E. Rossi sembra che abbia voluto pronunciare una frase “inequivocabilmente di sinistra” verso il gruppo di potere che nel P.D. sembra sempre più impegnato ad appoggiarsi ai grandi capitali bancari e a trovare il consenso popolare con manovre di facciata e un attento,  scrupoloso, ossessivo controllo della comunicazione.

Povera Sanità !!!

Usata una volta ancora come terreno di scontro tra fazioni avverse, ingolosite dai miliardi che vi ruotano intorno, dal controllo dei posti di lavoro, dal consenso elettorale che può generare attraverso il controllo dei due aspetti precedenti.

Ed i Medici ? Sono dipendenti ! Stiano zitti e lavorino.