Co.A.S. Medici Dirigenti

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SONO SEMPRE LI'

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  SONO SEMPRE LI'

Lorenzin, Governo, Troise e Sindacati Medici

 L'argomento era stato adeguatamente preparato nelle settimane precedenti mediante lanci d'agenzie di stampa, più o meno specializzate in argomenti specifici sanitari.  Il Ministro Beatrice Lorenzin attraverso queste agenzie aveva annunciato che le “prescrizioni limitate in base all'apropriatezza” già riguardanti 180 esami diagnostici, sarebbero state innalzate a 208 esami in modo da ottenere una riduzione della la spesa sanitaria.
I Medici – o meglio i loro Sindacati Medici storici – avevano ribattuto con analogo metodo – cioè attraverso la stampa – che mai e poi mai la politica poteva dettare ciò che era utile al paziente e ciò che non gli era necessario per curarsi.
Era necessario uno scontro istituzionale, e scontro è stato.

 

Lo scontro si è svolto nella sede istituzionale più accreditata da numerosi anni: lo studio di Porta a Porta, spazio sapientemente gestito da un giornalista così capace che rimane in sella da circa 40 anni, con riconoscimento costante negli anni da parte dei sultani politici di turno che, anzi, anelano di partecipare alla trasmissione nazionalpopolare più seguita e di maggior rilevanza politica ai fini delle chiacchiere del giorno dopo e, quindi, delle loro possibilità di rielezione.
Il passaggio a Porta a Porta non serve a nessuno dei partecipanti per provocare un seppur minimo spostamento nell'opinione del contendente; no, la finalità è diversa. La trasmissione serve a creare nel pubblico l'impressione che, ai partecipanti a quella serata, quell'argomento, dibattuto con tanta foga e, perfino ricorrendo a parole acri e pesanti, stia veramente a cuore ai partecipanti.

Ovviamente nulla di tutto ciò.
Sono solo abili e consumati attori ed interpreti di una posizione che hanno deciso di sostenere e che devono rappresentare in televisione; spesso quella manifestata e sostenuta non sembra essere il risultato di una valutazione meditata e decisa a tavolino con un gruppo di colleghi, bensì una decisione naturalmente assunta e derivata dalla più sensibile buona disposizione verso il proprio pubblico di riferimento.
Infatti, quando il Ministro afferma che “sanzioni pecuniarie” saranno finalizzate al conseguimento di una maggior appropriatezza prescrittiva associata ad una limitazione degli esami necessaria per ridurre la lunghezza delle liste d'attesa, ridurre la spesa complessiva di forse quasi 40 milioni di euro annui (dei 110 miliardi complessivi), della medicina difensiva attuata da molti medici, dice cose che lasciano i graffi sui vetri e vanno – al massimo – a solleticare la pancia del popolo degli ascoltatori, attratti sia dalla speranza di avere una sanità migliore, sia di veder finalmente lavorare quella classe di sfaticati chiamati “medici”.

Ma anche il pubblico che vorrebbe sentire con interesse le controproposte o controdeduzioni dei rappresentanti dei maggiori sindacati medici rimane deluso; arriva solo una difesa d'ufficio chiusa dietro l'affermazione che l'indicazione agli esami clinici le devono porre i medici e non il legislatore in base a numeri per tipo d'esame eseguito e non già alla valutazione dell'utilità dell'esame.
Se poi si va a vedere i nomi dei massimi rappresentanti dei sindacati medici, allora scende a picco non solo l'audience ma anche il buonumore e la credibilità.
Vedere che gli stessi nomi occupano gli stessi posti di vertice sindacale sarebbe già una cosa che toglie il buon'umore; ma osservare che al termine della carriera professionale e sindacale riescono a riciclarsi tutti in vertici di Associazioni mediche quali ONAOSI (Zucchelli, Carpino, Cassi, Castorina, Mazzoni, etc.) Ordini provinciali etc. fa crollare definitivamente la credibilità delle Associazioni sindacali mediche che ripropongono un sindacalismo d'annata; anzi, si potrebbe dire “secolare”, infatti tutti i nomi prima citati hanno iniziato la loro avventura sindacale nel secolo scorso e sono ancora lì.