Co.A.S. Medici Dirigenti

Associazione di medici dipendenti ospedalieri Organizzazione di categoria di Medici Ospedalieri Dipendenti dal S.S.N.

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Sentenza Consulta 24 giugno 2015

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24 giugno 2015

La Corte costituzionale ha emesso la sentenza :
Era illegittimo il blocco dei Contratti e degli Stipendi dei dipendenti pubblici, ma non può avere effetto retroattivo.

Con ciò la Corte Costituzionale accoglie anche la teoria dell'Avvocatura dello Stato secondo cui – alla luce dell'art. 81 della Costituzione che garantisce l'equilibrio tra entrate ed uscite dello Stato – i conti dello Stato devono far riferimento a questa norma e non possono quindi essere rivisti in forma retroattiva.

Si può quindi serenamente affermare che “dopo il danno, è arrivata anche la beffa”, oppure “chi ha avuto, ha avuto, avuto avuto; chi ha dato, ha dato, dato, scurdammece o' passato …............”.
Così il parere degli esponenti del Co.A.S. Medici Dirigenti.
Questo parere origina dalla peculiare formazione delle voci stipendiali dei Dirigenti Medici; le due voci in predicato per l'eventuale sblocco e pagamento come arretrati riguardavano uno sparuto gruppo di medici; quelli che, durante i quattro anni di blocco degli aumenti stipendiali, si erano visti negare l'aumento di due voci che vanno a formare parte dello stipendio: la prima è l'indennità di esclusività e la seconda è chiamata indennità di posizione unificata.
Se la prima è strettamente connessa all'anzianità di servizio ed alla valutazione positiva del servizio prestato durante i primi cinque anni e durante i quindici anni, la seconda è correlata alla tipologia di lavoro effettivamente svolto in ruolo ed al riconoscimento di una attività più o meno specialistica nell'ambito di un reparto ospedaliero.

A causa delle richieste formulate dalla Comunità Europea nel 2010, il Ministro Tremonti accettò di inserire nella Legge di stabilità del 30 luglio 2010 le clausole di blocco dei CCNL e di blocco di qualsiasi aumento stipendiale a partire dal 1° gennaio 2011.
Che fosse una manovra vessatoria che andava a colpire poche persone, si scoprì nei primi giorni di gennaio 2011, quando non arrivarono gli aumenti sperati ai Colleghi avevano appena superato la scadenza dei 5 e dei 15 anni. Scoprirono che le indennità di chi aveva compiuto i 5 anni prima del 31 dicembre 2010 erano state aggiornate, mentre loro sarebbero rimasti fermi “sine die”.
Si sono venute così a creare all'interno degli Ospedali e delle stesse UU.OO. due popolazioni di Colleghi con stipendio sensibilmente diverso e bloccato per quattro anni. Con la sentenza di oggi, emessa dalla Consulta dietro evidenti “pressioni del Governo”, forse verranno “salvati” i conti dello Stato ma è stata persa un'ulteriore occasione per dimostrare che gli stessi principi non possono essere applicati in ogni contrada della Comunità Europea. Ogni Stato della Comunità Europea ha Leggi scritte e principi non scritti che non collimano del tutto con i metodi tedeschi.
Un altro esempio delle notevoli discrepanze nell'applicazione delle stesse norme in ambito italiano, proviene dall'analisi del comportamento delle due Regioni che hanno concordato – con i Medici dipendenti di quelle regioni – di rimborsare tutti gli emolumenti dovuti in applicazione dei CCNL ancora in essere, come se il blocco degli aumenti imposto dalla Legge Tremonti del 2010 non fosse mai stato neppure pensato. Così i Colleghi dell'Umbria e della Toscana hanno ricevuto regolarmente ed alla scadenza naturale gli aumenti maturati secondo i CCNL. Tutti gli altri Colleghi Medici della dipendenza hanno appreso dagli organi di informazione - questo pomeriggio - che la Consulta li ha sacrificati – per la seconda volta – sull'altare di un precario equilibrio dei conti pubblici che continuerà a rimanere tale anche con il loro sacrificio.

E ancora di più temiamo per il futuro leggendo le dichiarazioni dei Leader degli altri Sindacati della Pubbl. Amm. Alcuni inneggiano alla sentenza della Corte Costituzionale perché ha salvato i conti dello Stato, Altri inneggiano alla possibilità di riprendere le contrattazioni nazionali per quanto gli compete, Altri sono soddisfatti perché così potranno riaffermare le loro “prerogative sindacali”.
Vorremo chiedere ai primi se la loro funzione sia quella di difendere i conti dello Stato o i conti di fine mese dei dipendenti iscritti alla loro sigla; Vorremo chiedere ai secondi se forse non sia più giusto pretendere che siano applicate tutte le norme dei CCNL precedenti invece che sperare in nuove tornate di contrattazioni che potrebbero essere addirittura in perdita; Vorremo chiedere ai terzi se per “prerogative sindacali” dobbiamo intendere “privilegi sindacali” che forse verranno ancor più confermati dall'attuale Governo alla luce di questo consenso indiscriminato e indecoroso alla sentenza della Consulta che salva conti, Governo e il concetto di "pasticcio all'Italiana".